DUBBI E PENSIERI – E’ PIU’ DIFFICILE, OGGI, PIU’ CHE NEL PASSATO, CREDERE?
QUESTA SERA MI SOVVIENE UNA DOMANDA: ANTICAMENTE ERA FORSE PIU’ FACILE DI ADESSO CREDERE IN DIO E NELLE RELIGIONI?
IO CREDO DI SI’
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Io penso che oggi, nella nostra epoca, sia più difficile che nel passato, credere in Dio, o in altre figure religiose. Perché’? Secondo me sì, è più difficile oggi, credere. Perché? parto subito in quarta- anzi, le vetture hanno tutte la quinta marcia. Ma le usiamo, ‘ste marce, nel pensiero? Okay.
Anticamente gli uomini non sapevano che le stelle sono ammassi gassosi di proporzioni gigantesche, ne’ sapevano che l’arcobaleno è un effetto creato da miliardi di micro goccioline d’acqua sospese nell’aria che, come tanti piccoli prismi, deviano la luce in direzioni diverse dividendo il colore bianco del Sole nelle frequenze che danno i suoi colori. La terra era piatta, la Luna, il Sole e le stelle erano fisse nel cielo, tutto era disposto secondo un ordine preciso, e l’uomo fu creato per ultimo, nell’ordine della sua opera creatrice, da una statua di fango che Dio modellò e che divenne “anima vivente” con l’infusione del “soffio di vita”. Per gli uomini dei tempi antichi nulla era casuale, le cose seguivano un percorso stabilito da Dio.
Non conoscevano nulla, gli uomini di allora, del lungo percorso attraverso il quale la natura abbia corretto se’ stessa in ciò che l’uomo di oggi chiama “evoluzione delle specie”, ed era ben chiaro, allora, che l’uomo aveva un’anima immortale, perché’ le sue capacità erano divine, i suoi sentimenti venivano “dallo spirito”. Non sapeva, l’uomo di allora, che il suo cervello era costituito da miliardi di cellule, decine di miliardi di connessioni fra queste cellule che, trasportando impulsi elettrici e chimici, “creavano il pensiero”. I sogni, la fantasia, la poesia, venivano dall’anima. Non sapeva nulla, l’uomo di allora, che il suo cervello era strutturato in tante aree, una per ogni processo mentale e cognitivo, ne’ sapevano, gli antichi, che ciò che sapevano era “conservato” in alcune parti dentro la sua testa, i diversi tipi di memoria. L’uomo di allora non conosceva il sistema nervoso, la biologia e la fisiologia del corpo umano, e perciò era chiaro ed evidente che “essere vivi”, “camminare”, “sollevare dei pesi” erano tutte capacità che gli derivavano da una energia vitale divina.
Era chiaro, per gli uomini di allora, anzi ovvio, pensare che questa energia, una volta che il corpo moriva, sarebbe rimasta e “volata via”. L’anima immortale, destinata a vivere anche al di fuori dal corpo, al di là del mondo visibile o… reintrodursi in un nuovo corpo che stava per nascere, reincarnarsi. Questa idea era condivisa da milioni di uomini di fede sciamanica o di tipo orientale, idea promossa da menti illustri come il Buddha o Platone (secondo il quale l’anima, dopo la morte, sarebbe trasmigrata in altri corpi per poi raggiungere l’iperuranio”, l’oltre il cielo, questo è il significato della parola che indicava il “mondo delle idee” dove tutto è perfetto e sussiste per sempre.
Per le fedi e le credenze monoteiste ed escatologiche, come quelle che hanno portato al Giudaismo, all’Islamismo ed al Cristianesimo, era chiaro che questa energia divina, lo spirito o soffio divino, sarebbero “tornati a Dio”.
Sì, era più facile, allora, credere in Dio. Un po’ mi vorrei, in quei tempi. Oggi invece, per via di ciò che la scienza ci ha fatto capire, e per la ricaduta delle sue “rivelazioni” sulla cultura della gente, cultura che prima mancava, credere è molto, molto più difficile. La razionalità che ci fa pensare che anche il caso, in milioni di anni, può prodotto tutto quanto esiste, “il mondo”. Senza un progetto intelligente. Le stelle non sono più fisse, non sono incastonate in sfere di cristallo di Boemia (lo sosteneva, ancora, persino Keplero!!!Una delle menti più aperte del ‘600),ne’ il Sole e i pianeti girano intorno alla Terra, tolta la Luna; e sappiamo che la Terra stessa ruota intorno al Sole. Il Sole, oggi sappiamo, è un piccolo granello lucente fatto di gas bollente, un granello di una sabbia detta galassia (non il “luminare del giorn”o fatto apposta e messo li’ per la Terra) , galassia che è a sua volta un puntino nell’insieme di tante galassie che popolano l’universo. I cieli non sono più immutabili, ne’ la materia è costituita in maniera compatta, ma sappiamo essere un brulicare di particelle che si attraggono, vibrano, si respingono. Particelle piccolissime separate da enormi vuoti, vuoti in proporzione grandi quanto i vuoti cosmici. La materia che sostanzialmente e’ fatta di vuoto.
L’anima, lo spirito, i pensieri, i sogni, i sentimenti oggi sembrano, agli occhi di una mente moderna, ormai “smaliziata “, non essere nient’altro che processi biochimici che avvengono nel corpo, in particolare nel nostro cervello, una struttura organizzata e complessa che produce le funzioni ed i processi mentali. Io penso che oggi, per tutto ciò che l’uomo ha imparato, sia più difficile credere in Dio. Per semplice fatto che, se il cervello fosse una struttura informe e semplificata e che servisse solo per coordinare i movimenti, mentre nulla in esso esistesse per produrre pensiero e sentimenti, l’esistenza dell’anima “verrebbe da se’” come conseguenza logica. “Nulla in noi è capace di produrre il pensiero, dunque questo ci viene da qualcosa d’altro…dallo spirito!!!”.
Questo era anche il pensiero di tale Renèe Des Cartes, piu’ famoso come Cartesio il quale,, riflettendo sul fatto che egli, come essere umano finito e limitato, potesse immaginare l’infinito, e come essere imperfetto potesse immaginare la perfezione, dedusse in ultima sintesi che “Dio esiste, e se Dio esiste ed egli mi da’ la capacità di rendermene conto, io posseggo uno spirito immortale…perché riesco ad immaginare l’immortalità pur essendo, all’apparenza, mortale. Questo in sintesi ed a parole mie, il pensiero del grande filosofo francese. Cartesio visse nel ‘600. Nemmeno lui sapeva quanto sappiamo noi oggi del nostro cervello, della fisiologia umana e degli altri animali, delle piante. Ne’ sapeva, penso, che esistesse una certa casualità negli eventi. Non sapeva, insomma, che “il mondo non è perfetto”.
In ultima analisi, dobbiamo allora concludere che Dio, l’anima e l’aldilà, la sfera soprannaturale, non esistono? Che era tutto un bel sogno e che ora ci siamo svegliati? Il nostro sapere scientifico, incompleto ma di gran lunga superiore a quello di secoli e millenni fa, spazza via definitivamente il Sovrannaturale ed il divino? No, non sostengo questo. Sostengo solamente che, prima, era più facile…credere. Sostengo che io, almeno, dubito. Pur sperando, ritenendo possibile, e soprattutto auspicabile, l’esistenza di…”altro” (senza il quale “altro”, la vita non avrebbe senso. Secondo me, poi la verita’ valla a capi’..).
L’esistenza di Dio, dell’anima immortale, degli angeli, può anche conciliarsi con le nostre conoscenze attuali? C’e o non c’e antitesi? Dio, o meglio- secondo il mio pensiero-, una mente cosmica ed universalenon necessariamente viene “scalzato” dalla scienza. Ma, ripeto, prima era più facile credere, e “sapere” implica dubbio e senso critico, sul piano intellettuale e filosofico.
Non voglio, per ora, toccare altri aspetti che ineriscano alla fede e sul senso religioso, come la bontà o la cattiveria, la morale, il materialismo inteso come interessarsi solo alle cose materiali (si può essere materialisti anche se si è credenti, “attaccati ai beni materiali”, e spirituali da non credenti, mettiamola così).
Concludendo, proprio perché’ oggi non è facile, si è alla ricerca. O almenoo io, serenamente, ci rifletto.
Con questo piccolo pensierino 🙂 , vi auguro buon weekend
CIAO
Marghian