SOTTO LA SUPERFICIE DI UNA LUNA DI PLUTONE

caronte_from_hubble_1990

Plutone e la luna Caronte, viste dal telescopio spaziale Hubble

caronte_color_ change

Caronte, ed un dettaglio della sua superficie rugosa vista da New Horizons

C’ERA UNA VOLTA IL MARE, S OTTO LA SUA SUPERFICIE

Ho già scritto due post dove accenno alla sonda della missione NASA denominata New Horizons”, in viaggio dal  gennaio del 2006 e che ora si trova in volo nei pressi di Plutone, oltre i pianeti del Sistema Solare. Li’ c’è una fascia di asteroidi che, vi ricordo, vien detta “Kuiper Belt” ossia “cintura”, o “fascia” di Kuiper, che e’ la “meta” del viaggio della sonda. Il nome della missione, “nuovi orizzonti”, sembra proprio essere il proverbiale “tutto un programma”. Vi ricordo che la missione New Horizons non prevedeva lo sbarco della sonda su Plutone, ma solo di passarci vicino effettuando un “fly by”, come si dice oggi, per continuare poi il suo viaggio oltre, e “tuffarsi” dentro la fascia di Kuiper. 

In questo avvicinamento al sistema plutoniano, i risultati non si sono fatti di certo attendere:  Infatti, già  subito dopo il fatidico avvicinamento a Plutone ed alla sua luna Caronte sono state effettuate alcune notevoli affascinanti scoperte che vanno dalla presenza di metano e azoto nell’atmosfera che sono stati osservati mediante i segnali radio inviati dalla Terra che attraversando l’atmosfera di Plutone sono stati distorti rivelandone così  la composizione chimica; dall’affascinante colore azzurro dell’atmosfera stessa alla presenza delle cosiddette “toline” che altro non sono che la ricombinazione di molecole organiche semplici in altre piu’ complesse per via della ionizzazione indotta dai raggi ultravioletti solari; dalla scoperta di intriganti strutture montagnose a notevoli formazioni collinari di ghiaccio su  Plutone e sulla sua  luna più grande, Caronte. Ed ora e’ proprio Caronte la grande star, il protagonista di altre interessanti osservazioni della sonda New Horizons.

Lassù, ad oltre sei miliardi di chilometri di distanza da noi, dove il Sole appare come un punto luminoso che quasi si confonde con le altre luci del cielo, sulla piccola luna di Plutone, Caronte, c’era una volta il mare. Era ben nascosto, però, stava li’ sotto la superficie ghiacciata del piccolo corpo celeste. Sembra essere l’inizio di un fantastico racconto, mentre invece e’ quanto sostengono gli scienziati, dati alla mano, dopo aver esaminato dettagliatamente le immagini inviate a Terra da New Horizons, immagini che sono state scattate  durante lo storico “inchino” che la sonda fece a Plutone e famiglia nel luglio dell’anno scorso.

Caronte, vi ricordo, e’ un planetoide che ha un diametro di ben 1200 chilometri. Grandicello, per essere il satellite di un pianeta piccolissimo, un pianeta nano. Plutone, infatti, ha un diametro di soli 2200 chilometri, eppure si sta dimostrando pieno di cose interessanti, direi stupefacenti.  New Horizons, passando vicino a Plutone una sola volta, ha giocoforza fotografato con i suoi strumenti di bordo un solo emisfero di Caronte, “bypassandolo” nel suo lungo viaggio verso ed oltre i confini del Sistema Solare. Eppure, le immagini scattate in quell’unico rapido passaggio, e quindi inviate a Terra via radio parlano chiaro: sulla superficie della grossa luna di Plutone si notano delle forti evidenze di movimenti tettonici, e quindi anche di scarpate, valli profonde anche sei chilometri e rilievi. Una superficie geologicamente alquanto attiva, con dei dinamismi tali che dimostrano che Caronte ha avuto in passato addirittura un aumento del suo volume. A questo punto, e qui vengo al dunque, gli esperti sostengono con convinzione che sotto la superficie di Caronte c’era il mare, o come si dice in questi casi, un oceano di acqua liquida.

Qualche miliardo di anni fa accadde però che il planetoide si raffreddò quasi bruscamente, con il conseguente congelamento dell’oceano sotterraneo. Le enormi masse d’acqua, nel trasformarsi in ghiaccio, causarono un aumento di volume della luna di Plutone, generando di conseguenza anche delle increspature sulla sua superficie oggi così evidenti; e ciò per via della notevole pressione esercitata dal ghiaccio sotterraneo.
L’acqua che si trovava al di sotto della crosta ghiacciata si e’ mantenuta liquida per molto tempo, e questo grazie alla presenza al centro di Caronte di un nucleo radioattivo che ha fornitoper molto tempo l’energia necessaria a generare un determinato calore per via del decadimento di elementi radioattivi.

New Horizons ha dunque scoperto un antico oceano di acqua allo stato liquido. Questa condizione, come abbiamo visto,  è rimasta  tale finché il decadimento degli elementi radioattivi nel nucleo ha prodotto l’energia necessaria, o parte di essa. Va considerato infatti anche il calore generato dai processi di formazione stessa della luna, e gli  effetti di marea generati dall’interazione gravitazionale con Plutone, interazioni che tra l’altro contribuiscono al prodursi del fenomeno del cosiddetto “criovulcanismo” (significa “vulcanismo a freddo”, con eventi simili ai Geyser dell’Islanda per esempio).

A dare prova di questo interessante passato di Caronte sono le fratture sulla crosta causate da questo processo di “glaciazione sotterranea”, generate da movimenti tettonici in qualche modo simili a quelli che avvengono fra le placche della superficie della Terra, anche se con cause e modalità chiaramente differenti.
Caronte, da allora ad oggi, ha “cambiato pelle come l’incredibile Hulk”, questo e’ il paragone che hanno fatto gli scienziati per spiegare cosa e’ accaduto a Caronte. Così come il personaggio fumettistico ingrossandosi “si strappa le vesti” così e’ accaduto a Caronte che, aumentando di poco il suo volume, ha “strappato la sua superficie”.

In una zona denominata “Valle della Serenità”, nei pressi dell’equatore del satellite di Plutone, la sonda ha visto una spaccatura lunga quasi duemila chilometri, e profonda otto chilometri. Supera il nostro Gran Canyon di ben quattro volte, e questo fa vedere proprio quali furono allora le forze in gioco.  Un oceano di acqua allo stato liquido esiste sotto la crosta ghiacciata della luna di Saturno Enceladus, ancora più notevole e’ tale caratteristica su Europa in quel di Giove. Queste due lune erano considerate fino ad ora le uniche a possedere questa caratteristica di un mare sotto la crosta. Gli scienziati pensano che esistano buone ragioni per ritenere che il processo di scioglimento e di “ricongelamento” del ghiaccio nel sottosuolo di Caronte possa essere avvenuto più di una volta durante la vita di Caronte. Non viene escluso  neppure che ancora qualche “giacimento sotterraneo” di acqua liquida possa esserci ancora oggi.

CIAO

Marghian