A LEI, CHE TANTO CI HA INSEGNATO, IN SCIENZA E SEMPLICITA’
CON IL PENSIERO SEMPRE PROTESO VERSO LA CONOSCENZA
Come un bambino, diceva lei, che ha sempre voglia di conoscere
Ciao Margherita, tu che sei stata e che ancora sei un riferimento per tutti noi. Per gli scienziati e per la gente comune, dalla quale non eri distante, e con la quale tu ti identificavi, nella tua semplicita’ e nella tua schiettezza. Soprattutto nella tua umanita’, nella quale credevi pienamente. E’ stata questa la tua fede, la fede nell’uomo, nella vita, nel mondo che tu hai scrutato e sul quale, avrai sicuramente pensato, non si finisce mai di imparare.
“Su ‘ecciu no sentìa ca morrìada, scètti ca impàru olìada” . “il vecchio non soffriva tanto di dover morire, quanto di avere ancora da imparare” (antico detto sardo). Tu, Margherita, incarnavi proprio questo: l’umilta’ di chi sa tanto, ma che (magari proprio per questo motivo) ammette di non sapere.
Che il tuo pensiero, che tanto ha viaggiato, possa ancora viaggiare, attraverso le nostre memorie e attraverso le immensita’ cosmiche che tu amavi conoscere. Possa anche il nostro pensiero viaggiare, sulle ali del tuo pensiero.
(Il “Va’, Pensiero” che ho suonato qualche sera fa’, e’ dedicato a Margherita, maestra di pensiero)
“Salve, oscurità, mia vecchia amica, sono venuto ancora a parlarti, perche’ una visione, che furtivamente strisciava, lascio’ i suoi semi mentre dormivo. E quella visione, che si era impressa nel mio cervello, rimane ancora …nel suono del silenzio.
In sogni agitati io camminavo da solo, in strette strade acciottolate, e sotto l’alone di una lampada che illuminava la strada girai il bavero del mio cappotto per il freddo e l’umido, quando i miei occhi vennero colpiti dal flash di un neon che trafisse la notte, fino a toccare il suono del silenzio.
E nella nuda notte io vidi diecimila persone, forse di piu’, gente che parlava..senza parlare, gente che sentiva, ma che non prestava ascolto, e gente che scriveva canzoni che le loro voci non avrebbero condiviso nel cantarle. E nessuno osava disturbare…il suono del silenzio.
“Sciocchi!”- io dissi- Voi non sapete che il silenzio, come un cancro, cresce. Ascoltate le mie parole, ed io potrei insegnarvi, prendete le mie braccia, che io possa raggiungervi!”
Ma le mie parole caddero come silenziose gocce di pioggia, che riecheggiarono nelle fontane del silenzio.
E la gente si chino’, e prego’ quel “dio-neon” che aveva creato, e l’insegna irradio’ il suo avvertimento nelle parole che stava formando. E le insegne dissero: “le parole dei profeti sono scritte sopra i muri delle vie sotterranee (le metropolitane…), nei corridoi e negli androni delle case popolari”. E sussurrarono.. nel suono del silenzio”
(Paul Simon -Traduz. Marghian)
Ciao. Tutti conoscete questa canzone, “The sound of silence”, nella versione piu’ famosa incisa dal duo Simon and Garfunkel. Paul Simon compose le parole della canzone, che incise per la prima volta a Londra, nei primi anni ’60.
Conobbe poi Art Garfunkel che la incise, con Paul Simon, nella versione che faceva parte della colonna sonora del film “Il laureato” con Dustin Hoffman. Di questa colonna sonora facevano parte altre canzoni di Simon& Garfunkel, fra le quali la famosa “Mrs Robinson”.
Il significato del testo di questa canzone e’ la incomunicabilita’, l’incapacita’ che noi abbiamo di interfacciarci e di relazionare. Di capirci, di intenderci. Il testo fa riferimento anche a qualcosa che ci impedisce di essere semplici e comunicativi. Il caos, le luci…il “dio neon” (le “false bellezze” ceh ci distolgono da quelle vere…), la “artificialità” di un mondo che..ci acceca e ci disturba. Non quel silenzio meraviglioso che l’uomo si sceglie per fare il punto sulla sua vita per poi viverla meglio; bensi’ il silenzio della mancanza di dialogo, di una certa passivita’ che ci ha abituati ad essa (“e vidi gente che sentiva..ma non ascoltava…)”.
Questo e’ il senso “ufficiale” della canzone. A suo tempo si suppose che ad ispirare Paul Simon a scrivere questo testo fosse stato il dramma dell’assassinio di John Kennedy . ma questa ipotesi riscuote ormai poco credito.
La canzone, comunque, non e’ passata inosservata dalle nostre parti. “La tua immagine” e’ il titolo della versione “nostrana” di questa canzone, versione il cui testo non ha nessun collegamento con le parole originali..Ascoltiamola.
“Quando mi sento triste, tutto quello che devo fare e’ guardarti, e non sono poi cosi’ triste. Quando tu sei accanto a me, sento il tuo cuore battere e posso sentire il tuo respiro nel mio orecchio.
Non sei d’accordo con me? Bambina, io e te abbiamo un tipo di amore che ha del meraviglioso! Ogni volta che lo vuoi, tu puoi accendermi, ed ogni cosa che vuoi potrai averla sempre ed assolutamente, in ogni momento. Quando bacio le tue labbra, io inizio a tremare, e non riesco a controllare il fremito che sento dentro. Non sei d’accordo con me? Bambina, io e te abbiamo un tipo di amore che ha del meraviglioso!
Quando mi sento triste, tutto quello che devo fare e’ guardarti, e non sono poi cosi’ triste, e quando sono fra le tue braccia, niente sembra avere importanza, il mio mondo puo’ anche disfarsi, io non me ne curo. Non sei d’accordo con me? Bambina, io e te abbiamo un tipo di amore che ha del meraviglioso! Noi abbiamo un tipo di amore che ha del favoloso”
(Testo composto da Carole Bayer Sager prima del 1965, anno in cui usci’ la versione originale della canzone “A groovy kind of love”, su una melodia tratta da una “sonata in Sol maggiore” composta da tale Muzio Clementi (1752 – 1832), ed alla quale seguirono molte altre “covers” fra le quali..queste– Traduzione: Marghian-)
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Ciao. Questa mattina, casualmente, ho sentito in macchina, alla radio, “Agnese” del bravvissimo Ivan Graziani. Mentre ascoltavo la canzone ricordavo pero’ che…anche Phil Collins incise un brano, diverso nel testo ma cantato sulla stessa melodia di “Agnese” che recava il titolo di “A groovy kind of Love”. Ed ho pensato al post. Ma poiche’, lo avete capito, Marghian è .curioso, mi sono chiesto chi fosse il “padre” della canzone. Ed ho “sbirciato” su “google”, ed ho letto che “fu Ivan ad incidere “Agnese”, nel 1979, mentre Phil Collins incise “A grovy Kind of Love” tempo dopo, nel 1988″. Ma, ancora “perplesso”, ho guardato qualche altro sito. “Wikpedia”, in inglese, mi dice che “la melodia”, associata al titolo “A groovy kind of Love”, esisteva gia’ nei primi anni’60. Da allora furono incise diverse “covers”. ” Nacque cosi’ un “caso”-il famoso “plagio” musicale” di cui tanto si parlo’-. Ma a me, e a voi..credo, *questo non interessa tanto. “Agnese” e “A groovy kind of Love” sono.. due canzoni in una melodia”, diciamo cosi’, * interpretate benissimo sia da Ivan Graziani-grande!- che da Phil Collins-x me… altrettanto grande-.
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Nessuna “rivalita’”, dunque, tra Ivan Graziani e Phil Collins.
(Ed io mi sono dilettato anche… a suonare questa melodia, senza impegno)